AC Cesena, Bilancio 2014/15: la Serie A consente il pareggio

Il bilancio della società Associazione Calcio Cesena S.p.A., chiuso al 30 giugno 2015, haevidenziato un risultato prima delle imposte positivo per € 461.529 e una perdita netta dopo le imposte di Euro 260.876. Un risultato che si può definire in sostanziale pareggio, anche grazie ai diritti televisivi della Serie A e ai buoni risultati della gestione del Player Trading.

Nell’esercizio precedente la perdita era stata pari a Euro 4.951.194, mentre nel 2012-13 la perdita era pari a Euro 2.800.161 e nel 2011-12 si era registrato un utile di 2,1 milioni di Euro.

Per quanto riguarda la stagione sportiva 2014/15, il Cesena aveva come obiettivo minimo la permanenza  in Serie A, che non è stato raggiunto, anche perché, a detta degli Amministratori, il club ha affrontato la stagione con un ridotto budget per quanto riguarda gli emolumenti dei tesserati, mantenendo fermo l’impegno di riduzione dei costi e dell’indebitamento complessivo. Il Cesena è riuscito, anche per gli apporti a vario titolo della controllante, a rispettare le scadenze dei debiti in bilancio, consentendo agli Amministratori di poter garantire la continuità aziendale.

 

La Compagine Sociale

Al 30 giugno 2015, A.C. Cesena S.p.A. risultava avere un capitale sociale di Euro 9.500.000, interamente versato. In data 9 luglio 2015, è stato deliberato un aumento di capitale. Alla data dell’assemblea che ha approvato il bilancio, 22 dicembre 2015, risultava un capitale sociale di 11.250.000 interamente versato.

La società Cesena & Co. Società Cooperativa è titolare di 11.249.000 azioni, del valore nominale di 1 Euro, pari al 99,99% del Capitale Sociale; mentre, SECON Servizi Contabili SRL è titolare di n. 1.000 azioni, pari allo 0,009% del Capitale Sociale. Per l’esercizio 2014/15 il rapporto con la controllante Cesena & Co. evidenzia crediti per € 2.415.000 e debiti per € 964 mila.

Le imprese controllate e collegate sono: Cesena Calcio Store Srl Cesena (100%); Eurocostruzioni 2001 Spa. (71,80%); Cesena Captive Srl (20%).

Cesena Captive Srl, ha come oggetto sociale l’esercizio delle attività di acquisto di crediti di impresa e di concessione di finanziamenti e di rilascio di garanzie da esercitarsi esclusivamente nei confronti delle società controllate, collegate o controllanti.

La società Eurocostruzioni 2001 S.p.A., detiene a sua volta diverse partecipazioni in società immobiliari.

 

La Continuità Aziendale (going concern)

Come nel bilancio dell’esercizio precedente, nei criteri di valutazione esposti nella Nota Integrativa è scritto: “sussiste una incertezza, considerato che la Società si trova al 30 giugno 2015 nella fattispecie prevista dall’art. 2446 C.C., che può far sorgere dubbi sulla capacità della Società di continuare ad operare sul presupposto della continuità aziendale”.

Tuttavia gli Amministratori hanno la ragionevole aspettativa che la Società abbia adeguate risorse per continuare la normale operatività nei prossimi 12 mesi, considerando che in data 9 luglio 2015, l’Assemblea Straordinaria degli Azionisti ha approvato la proposta di aumento di capitale sociale fino ad Euro 12 milioni, già parzialmente sottoscritto e versato fino ad Euro 11,25 milioni, oltre al fatto che gli stessi Amministratori hanno considerato le azioni previste dall’aggiornamento del Piano industriale e di sviluppo 2015-2016. Inoltre, sempre secondo gli Amministratori, la Società è in grado, per i prossimi mesi, di far fronte al pagamento degli stipendi, dei fornitori e delle scadenze fiscali e previdenziali. Nel caso in cui, il risultato al termine dell’esercizio 2015/16 non consenta il recupero delle perdite pregresse, verranno presi dai Soci gli opportuni provvedimenti di legge.

La società di Revisione AUDIREVI S.r.l. ha richiamato quanto scritto dagli Amministratori circa l’aumento di capitale del 9 luglio 2015. Inoltre, è stata evidenziata la circostanza che, al fine di eliminare definitivamente le perdite, in data 11 giugno 2015, l’Assemblea straordinaria della Società aveva deliberato un aumento del capitale sociale per 1 milione di Euro, con sovrapprezzo tra Euro 9,00 ed Euro 17,00 per ciascuna azione  per un importo complessivo da Euro 10,0 milioni a Euro 18,0 milioni. Tale aumento era stato sottoscritto dalla società Marconi Srl e doveva liberarsi a mezzo conferimento di titoli obbligazionari emessi dalla banca d’affari JP Morgan. A causa di discordanze sul valore di tali obbligazioni, la società Marconi Srl ha rinunciato a sottoscrivere l’aumento e l’Assemblea dei Soci del 7 luglio 2015, prima data utile, ha ratificato tale decisione, approvando il recesso del socio Marconi Srl, la restituzione dei titoli conferiti e la riduzione del capitale sociale ad Euro 9,5 milioni riportandolo al valore precedente il conferimento.

Molto importante resta il rispetto di quanto previsto nel Piano Industriale.

In ogni caso, il Socio di maggioranza Cesena & Co. ha confermato l’impegno a sostenere la Società patrimonialmente almeno fino al 31.12.2016, al fine di assicurare sia l’adempimento delle sue obbligazioni sia la sua regolare prosecuzione e continuità d’impresa.

 

Piano Industriale 2015-2016

Il Piano Industriale 2014-2018 è stato aggiornato con il budget 2015/16, ma resta basato sulla partecipazione almeno al campionato di Serie B, per tutta la durata dello stesso.

Sul fronte ricavi è previsto quanto segue:

  • ricavi da gare: per la Serie B mantenimento dei livelli 2013-2014; il doppio in caso di Serie A;
  • ricavi da sponsorizzazione: per la Serie B mantenimento dei livelli 2013-2014; il doppio in caso di Serie A;
  • il mantenimento degli investimenti nel vivaio sui livelli attuali;
  • incremento dei ricavi da eventi straordinari (ad es. amichevoli di prestigio ed altri eventi);
  • Player Trading positivo.

Per quanto riguarda i costi è previsto quanto segue:

  • particolare attenzione al costo del personale (calciatori, tecnici e struttura);
  • ottimizzazione dei costi da gare (obiettivo già realizzato);
  • ulteriore riduzione dei costi di gestione (obiettivo già realizzato).

Dal punto di vista finanziario è previsto:

  • la prosecuzione del ricorso a eventuali transazioni per i rapporti con i fornitori e gli altri debitori;
  • la verifica di accordi di dilazione con l’Erario;
  • individuazione e stabilizzazione degli interlocutori finanziari per le operazioni di anticipo/factoring anche tramite la stipula di accordi quadro (a tal fine si pone la costituzione della società Cesena Captive Srl);
  • il completamento del versamento dell’aumento del capitale sociale, in base alle esigenze di cassa;
  • eventuali operazioni di patrimonializzazione anche con il coinvolgimento di terzi.

Gli Amministratori ritengono che l’insieme delle azioni previste dal Piano (di cui alcune già attuate ed altre in corso) consentiranno il consolidamento e il proseguimento dell’opera di normalizzazione della situazione patrimoniale/finanziaria ed economica e rappresenteranno la guida ed il parametro a cui riferirsi costantemente per la gestione ordinaria della società nel prossimo futuro.

 

Il Valore della Rosa

Il valore contabile netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori diminuisce da € 31,8 milioni a € 26,3 milioni. La variazione è dovuta ad investimenti per € 8,25 milioni, cessioni con un valore contabile residuo di circa € 1,67 milioni e ammortamenti per € 12 milioni.

 

Cesena 2015-01 vr

 

Le Altre Attività

Le Immobilizzazioni immateriali al 30 giugno 2015 ammontano ad € 44.694.769 (€51.147.710 nel 2013/14) e comprendono le “Concessioni e licenze d’uso” pari a € 11.207.763 (€ 12.604.133 nel 2013/14). Tale voce, nel 2012-2013, evidenziava un notevole incremento, rispetto al 2011/2012, dovuto alla allocazione del Marchio Sociale per Euro 13.477.404 a seguito dell’operazione di fusione per incorporazione (inversa) della controllante Cesena 1940. Le “Altre Immobilizzazioni immateriali” risultano pari a € 4.63 milioni (€ 4.626.977 nel 2013/14).

Le Immobilizzazioni materiali al 30 giugno 2015 ammontano ad € 2.546.437 (€ 2.646.636  nel 2013/14). Il 26 settembre 2012 è stato perfezionato l’acquisto dell’immobile di Corso Sozzi a Cesena adibito a Sede sociale per l’importo di € 2.198.586.

Le immobilizzazioni finanziarie pari a € 1,8 milioni, comprendono le partecipazioni in Eurocostruzioni 2001 Spa. per € 1.764.000 e in Cesena Captive Srl per € 6 mila. La partecipazione nella società Cesena Calcio Store Srl, è stato integralmente svalutata, poiché è stata posta in liquidazione volontaria.

Per quanto riguarda il valore della partecipazione nella società Eurocostruzioni 2001 S.p.A., gli Amministratori hanno scorporato dal costo complessivo della partecipazione di € 3.278.000, il costo finanziario dell’operazione, quantificato originariamente in Euro 928 migliaia. Detti importi, allocati tra i risconti attivi, vengono girocontati agli interessi passivi per competenza nel corso dei prossimi 9 esercizi.

 

Il Patrimonio Netto

Il Patrimonio Netto è positivo per € 4.289.469, mentre nell’esercizio precedente era positivo per € 4.552.435 e nel 2012-13 era negativo per € 78.461. La variazione negativa è dovuta alla perdita dell’esercizio pari a € 261 mila.

 

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Al 30 giugno 2015, ovviamente, l’equity ratio è positivo per il 4,3%. Questo significa che la società è sottocapitalizzata perché su 100 Euro investiti, solo 4,3 provengono dal capitale di rischio.

In base ai dati esposti nel bilancio, il capitale circolante netto risulterebbe positivo per 5,8 milioni di Euro; tuttavia, secondo la riclassificazione operata dagli Amministratori il Capitale circolante netto del Cesena è negativo per 9 milioni di Euro, ma in miglioramento di 10,1 milioni di Euro.

L’Assemblea dei Soci del 9 luglio 2015 ha approvato un aumento di capitale di Euro 2,5 milioni, quindi fino ad un ammontare di Euro 12,0 milioni, già parzialmente sottoscritto e versato fino ad Euro 11,25 milioni.

 

La Posizione Finanziaria Netta

L’indebitamento finanziario netto del Cesena è in diminuzione e ammonta a circa 14,38 milioni di Euro. Il margine operativo lordo è positivo per circa € 17,7 milioni ed il rapporto tra Net Debt e MOL è pari a 0,8. Ciò significa che la gestione operativa riesce a generare flussi di casa in grado di pagare il debito finanziario in circa 9 mesi. Tuttavia se si considerasse tutto il Debito Lordo, tale rapporto salirebbe a 5,4.

 

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Grazie ai ricavi da diritti TV della Serie A, l’indebitamento finanziario netto risulta inferiore al fatturato netto. Pertanto, in mancanza di ricavi da diritti TV della Serie A, appare evidente la necessità di ricorrere al Player Trading.

I Debiti verso banche risultano pari ad Euro 11,87 milioni (€ 11,63 milioni nel 2013/14) e risultano in aumento del 2% rispetto al 2013/14. L’importo del debito bancario maggiore riguarda l’Istituto per il Credito Sportivo con € 4,5 milioni, di cui € 325 mila entro l’esercizio successivo. Con “Carisp Cesena” figurano debiti per € 2,2 milioni, di cui € 392 mila per scoperto di conto corrente ed € 1.820.000 per mutui con scadenze  entro il 28.02.2025. Con “Credito di Romagna” figurano debiti per € 3,55 milioni.

I Debiti verso soci per finanziamenti ammontano a Euro 964 mila (€ 5.955.407 nel 2013/14).

Gli altri debiti finanziari pari a € 910 mila (€ 2.197.000 nel 2013/14), diminuiscono per il minor ricorso al factoring.

Per quanto riguarda le Obbligazioni ordinarie convertibili,  in data 14 gennaio 2015, il Consiglio di Amministrazione della Società ha deliberato l’emissione di un prestito obbligazionario non convertibile 2015-2022, per un importo nominale di Euro 3 milioni, durata 7 anni, con tasso nominale annuo 10,50%. Alla data del 30 giugno 2015 il prestito è stato sottoscritto per Euro 1 milione e rimborsato per Euro 25 migliaia, per un saldo a debito di complessivi Euro 975 mila.

Il saldo tra crediti e debiti verso gli Enti del settore specifico anche per la compravendita calciatori è positivo per circa 8,58 milioni di Euro.

I Debiti verso società di calcio nazionali ammontano a € 19.079.000 (€ 31.900.000 nel 2013/14). Il Parma è la società maggiormente esposta con € 3.852.000 (€ 10.026.000 nel 2013/14), seguita da Brescia con € 3.085.000 (€ 6.375.000 nel 2013/14), Genoa con € 2,9 milioni e Bologna con € 2,8 milioni (€ 5.050.000 nel 2013/14).

I crediti verso società di calcio nazionali risultano pari ad € 31.366.000 (€ 37.764.000 nel 2013/14). Il club con un maggior credito è l’Atalanta con € 6 milioni, seguito dal Genoa con € 5,2 milioni e Parma con € 4,6 milioni.  Il credito relativo alle transazioni estere risulta pari a Euro 30 mila (€ 50 mila nel 2013/14).

Le fatture da emettere per premi di valorizzazione ammontano a € 3 milioni. Il Fair Play Finanziario auspica che l’indebitamento di natura finanziaria al netto delle disponibilità liquide, aumentato del saldo tra debiti e crediti da calciomercato non sia superiore al Fatturato Netto.

 

I Debiti con dipendenti, fisco ed Enti Previdenziali.

I debiti verso il Personale ammontano a € 4.089.000 (€ 4.486.000 nel 2013/14), e sono pari a circa il 22% del costo del Personale stesso.

I Debiti tributari risultano pari a € 27.860.262 e risultano in aumento rispetto al dato del 2013/14 che era pari a € 21.788.563. Tali debiti “finanziano” il 28% dell’attivo e costituiscono il 35,3% della voce debiti. Tra i debiti tributari figurano degli importi rateizzati per € 23,8 milioni e degli importi scaduti per € 559 mila. Il dettaglio dei debiti tributari è il seguente:

 

Cesena 2015-05 debiti tributari Cesena

 

Anche tra i Debiti verso Enti Previdenziali, che risultano pari a Euro 277 migliaia, figura un importo rateizzato per € 82 mila.

Il fondo imposte differite è pari a € 12,5 milioni (€ 10.915.273  nel 2013/14). Nello specifico, durante il 2014/15, sono state accantonate Imposte differite passive su plusvalenze rateizzate per Euro 4.837.000 e sono state stornate imposte differite passive su ammortamenti e plusvalenze marchio per € 2.813.000 e Imposte differite relative ad esercizi precedenti per € 393 mila.

Il Fondo rischi generico risulta pari a € 2,1 milioni.

 

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE

Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,045, ciò vuol dire che la Società possiede dei beni il cui valore, come espresso e valutato in bilancio, sarebbe sufficiente a pagare i debiti.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO

Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 0,045.

Infatti, l’equity ratio è molto basso ed è pari a 4,3%. Il ricorso al capitale di terzi appare eccessivo.

 

La Gestione Economica

Durante l’esercizio 2014/15, il valore della produzione è aumentato del 79,3%, precisamente da € 30,1 milioni a € 53,9 milioni. La causa dell’aumento dei ricavi è da ricercare soprattutto nell’incremento dei ricavi per diritti televisivi e nell’aumento delle plusvalenze.

I costi della produzione sono aumentati in misura minore, ossia del 61,6%, passando da € 28,5 milioni a € 46,1 milioni.

 

Cesena 2015-06 ce

 

I Ricavi.

Durante il 2014/15 il fatturato netto è aumentato del 187%, passando da € 10,26 milioni a € 29,43 milioni.

I diritti audiovisivi sono aumentati da € 368 mila a € 23.550.000, grazie alla partecipazione al campionato di Serie A. I ricavi da gare sono aumentati di 2 milioni, da € 1,5 mila a € 3,5 milioni. Gli incassi per abbonamenti da € 551 mila ad € 1,8 milioni. I ricavi commerciali da sponsorizzazioni e pubblicità sono aumentati da Euro 1,35 milioni a Euro 1,7 milioni. L’importo riconosciuto per le sponsorizzazioni è stato di € 485 mila (€ 358.473 nel 2013/14), quello relativo ai ricavi pubblicitari è stato pari a € 1.215.000 ( € 996.596 nel 2013/14).

Tra i risconti passivi figura l’importo di € 120.000 per contratti pubblicitari con OROGEL e contratti pubblicitari – Pubblisole per € 200 mila.

 

Il Player Trading

Dai dati degli ultimi 5 bilanci approvati, risulta che il Cesena è riuscito a coprire l’ammortamento dei calciatori con l’attività di Player trading. Quindi, per il Cesena l’attività di Player Trading risulta fondamentale.

 

Cesena 2015-07 pt

 

Le Plusvalenze da cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, realizzate nel corso dell’esercizio, sono state pari a € 22.236.599 (€ 17,2 milioni nel 2013/14). Gli importi sono quelli risultanti dalla seguente tabella.

 

Cesena 2015-08 plus

 

Le minusvalenze ammontano a € 1.172.167 (€ 1.771.834 nel 2013/14) e riguardano i calciatori della tabella seguente.

Cesena 2015-09 minus

 

La gestione delle compartecipazione presenta un saldo economico negativo.

Tra i proventi da compartecipazione pari a € 5.398.000, spiccano Ingegneri A. (Bologna) per € 1.250.000, Ephraim O’Neal (Brescia) per €  1.200.000;  Defrel G. Parma 1.148.000. Gli oneri da compartecipazione risultano pari a € 8.250.000. I maggiori importi hanno riguardato Krajnc L. (Genoa) per € 2.100.000 e Rossini A. (Parma) per € 1.600.000.

A causa della partecipazione al campionato di Serie A, l’ammortamento della rosa calciatori è praticamente raddoppiato, da € 6,3 milioni a € 12 milioni.

 

I Costi.

I costi per servizi sono aumentati del 5,4%, da € 3,56 milioni a € 3,76 milioni. Tali costi comprendono costi specifici tecnici per € 1,1 milioni dovuti a consulenze tecnico sportive per acquisizione calciatori.

Il costo del personale pari a € 18,55 milioni (€ 12,3 milioni nel 2013/14), risulta in aumento di Euro 6,26 milioni, e incide per il 63% sul Fatturato Netto. Invece, l’incidenza sul valore della produzione è del 34,4%, perché il Cesena punta molto sul Player Trading. Il costo del personale tesserato, pari a 16,6 milioni di Euro incide sul fatturato netto per il 56,5%.

Gli ammortamenti per la capitalizzazione dei costi del vivaio ammontano a € 1.210.000; quelli per le concessioni, marchi, licenze d’uso, comprensivi del marchio  “AC Cesena”, ammontano a € 1.403.000.

Complessivamente gli ammortamenti e svalutazioni ammontano a Euro 15,07 milioni (9,8 milioni nel 2013/14), registrando un incremento di € 5,25 milioni. Sono stati effettuati accantonamenti per rischi per € 200.000.

Escludendo le compartecipazioni, la gestione finanziaria risulta negativa per € 2,45 milioni. Da evidenziare l’esistenza di Interessi passivi su rateizzazioni per € 834 mila; interessi passivi per € 982 mila.Gli  Interessi passivi e commissioni su factoring sono pari a € 647 mila.

 

Il Risultato dell’esercizio.

Il Risultato ante imposte è positivo per € 461.529, nel 2013/14 era negativo per € 5,5 milioni (-€ 2,85 milioni nel 2012/13). A causa delle imposte sul reddito, pari a € 722.405, il risultato netto mostra una perdita di Euro 260.876.

 

Conclusioni.

Tale risultato è indice del raggiungimento di un sostanziale equilibrio economico, tuttavia permane il peso del fardello dei debiti tributari.

Gli Amministratori prevedono di chiudere l’esercizio 2015/16, in maniera positiva, ossia col pareggio di bilancio. Nonostante il fatto che il Cesena disputerà il campionato di Serie B. Tutto ciò sarà possibile grazie all’adozione da parte degli amministratori di tutte le strategie e le iniziative più opportune e tempestive per limitare i costi. Rimangono fondamentali il mantenimento della categoria, il rispetto del Piano di risanamento e la gestione del Player Trading. Infatti, gli Amministratori hanno ribadito che continueranno, come sempre avvenuto nel recente passato, nella politica di valorizzazione del patrimonio calciatori, con particolare attenzione a quelli del vivaio, monitorando costantemente le varie opportunità di mercato, sia nazionale che internazionale.

 

 

Il post è originariamente apparso sul Blog “Appunti di Luca Marotta“.

 

I dati del Cesena sono aggiornati e disponibili anche su Footyrate.com 

Footyrate bilanci squadre

 

 

Le diverse strategie delle neopromosse in Serie A

Quali sono le principali difficoltà per una neopromossa nella massima serie? Quali vantaggi e svantaggi? Per rispondere a questa domanda proviamo ad analizzare cosa è successo alle neopromosse in Serie A negli ultimi anni.

Partiamo da un dato: nelle ultime 5 stagioni abbiamo avuto 15 diverse neopromosse, dunque nessun saliscendi tra A e B, un dato sorprendente e in controtendenza con le stagioni precedenti, anche se 5 anni sono pochi per stabilire un nuovo trend. Ma evidentemente spesso non basta la quota “paracadute”, pur rilevante (30 milioni/annui il massimale delle ultime 3 stagioni, da spartirsi tra le retrocesse), per una pronta risalita.

 

Ecco le ultime 15 neopromosse ed i rispettivi piazzamenti nelle stagioni successive:

 

Neopromosse in Serie A -  (1)

 

 

Com’era prevedibile, i club più blasonati (Atalanta, Torino, Sampdoria, Hellas Verona, Palermo e vedremo il Bologna) una volta tornati nella massima serie difficilmente scendono a breve; per gli altri la permanenza per più di 2 stagioni di fila non si è verificata, eccezion fatta per il Sassuolo anche grazie alla sua ricca proprietà.

In questo periodo di riferimento notiamo che ogni anno si sono sempre salvate al primo tentativo 2 neopromosse su 3. Riusciranno Carpi, Frosinone e Bologna a confermare questa statistica? Al momento sembra difficile ma la stagione è lunga.

 

Questi risultati sportivi sono correlati con gli investimenti fatti (nomi come Denis e Moralez per l’Atalanta nel 2011, Cerci e Eder per Toro e Samp l’anno successivo, Iturbe all’Hellas nel 2013, la conferma di Dybala al Palermo nel 2014 e Destro al Bologna questa stagione), che si spiegano con l’importanza della Serie A per i ricavi di questi club: sappiamo che bacino d’utenza e storia determinano l’assegnazione di una fetta importante dei diritti televisivi che questi club sanno di assicurarsi con la sola partecipazione alla massima serie, per poi cercare di aumentare gradualmente gli introiti.

Il monte ingaggi rispetta questa considerazione ed è spesso, se non sempre, proporzionato ai ricavi del club, infatti ben pochi presidenti sono disposti a perderci milioni di euro, fa eccezione il Sassuolo di Squinzi e quest’anno il Bologna che ha deciso di investire per provare a consolidarsi fin da subito in Serie A senza soffrire troppo (almeno nelle intenzioni).

La strategie adottate dalle neopromosse sono dunque strettamente correlate con la dimensione del club, in termini di bacino d’utenza, storia e disponibilità liquide della proprietà. Negli ultimi 5 anni in linea generale possiamo distinguere le neopromosse in 2 categorie:

La prima comprendente Atalanta, Torino, Sampdoria, H. Verona, Sassuolo, Palermo e Bologna che, come abbiamo visto, grazie alla garanzia di futuri maggiori introiti televisivi (e non solo) hanno cercato di consolidarsi fin da subito nella massima serie investendo già dal primo anno (soprattutto in calciatori ma anche in strutture, pensiamo al Mapei Stadium o alla ristrutturazione del Dallara).

 

Neopromosse in Serie A -  (2)

 

 

La seconda comprendente Siena, Novara, Pescara, Livorno, Empoli, Cesena, Carpi e Frosinone che, consapevoli della loro dimensione e del relativo deficit in termini di fatturato, hanno considerato l’elevata probabilità di retrocessione e non hanno alzato allo stesso livello il  monte ingaggi della Serie B, puntando perlopiù su delle scommesse con certamente l’obiettivo di salvarsi (l’Empoli l’anno scorso ha stupito), ma essendo pronti a subire una retrocessione in Serie B senza gravi conseguenze economiche, anche grazie al paracadute, per poi provare a risalire l’anno successivo, con l’obiettivo di crescere gradualmente per poi provare a issarsi stabilmente in Serie A. Per questi club infatti fare un po’ di “altalena” tra Serie A e Serie B è già un successo.

 

Neopromosse in Serie A -  (3)

 

Dei club citati, ce ne sono 2 in particolare che non hanno rispettato questa linea strategica generale almeno in termini di risultati: Siena e Novara. Per i bianconeri storia particolare, con 8 anni di fila in Serie A nei primi anni duemila dopo 100 anni in cui non vi era mai arrivata, anche grazie al supporto della Montepaschi, banca a cui il club è storicamente legato e gli scandali Montepaschi associati alla crisi finanziaria hanno coinciso (mese più mese meno) con il fallimento del club che peraltro stazionava in Serie B. Gli anni di A hanno comunque prodotto nuovi tifosi e valorizzato il brand e la Robur è già risalita in Lega Pro, categoria nella quale storicamente il Siena è stato più volte (50 partecipazioni alla terza serie), con l’ambizione di ritornare presto in B. Per il Novara deludente retrocessione in terza serie solo 2 stagioni dopo la Serie A, ma pronta e difficile risalita lo scorso anno vincendo subito il campionato di Lega Pro seppur da favorita (l’impressione è che i soldi del paracadute abbiano contribuito in maniera decisiva). Vediamo dunque la variabilità dei risultati sportivi, che è anche il bello del calcio, ma a grandi linee direi che le due strategie che abbiamo sintetizzato rappresentino comunque gran parte delle neopromosse.

 

Quali sono i principali vantaggi e, all’opposto, le maggiori difficoltà da affrontare per una neopromossa?

Anche in questo caso la risposta cambia in base alla dimensione del club. Per squadre come Torino, Sampdoria e Bologna, le società, pur se finite in una serie inferiore, sono strutturate per affrontare la massima serie e in generale non occorrono (almeno nell’immediato) grossi cambiamenti dal punto di vista aziendale e impiantistico. Il basso monte ingaggi della Serie B rispetto agli introiti in A garantiscono, solitamente, buoni investimenti fin da subito senza la necessità di sacrificare i migliori giocatori della promozione. Una delle principali difficoltà da affrontare per questi club è l’aspettativa elevata della tifoseria che non accetterebbe di buon grado un ritorno in seconda serie, c’è dunque più pressione.

Per club come Empoli, Carpi e Frosinone la promozione spesso non era in programma e occorrono cambiamenti all’interno dell’azienda (banalmente, l’assunzione di nuovo personale) e spesso anche strutturali. Tutto questo, se il club non è ben organizzato, può creare problemi ed essere uno svantaggio perché appunto la società così com’è non è pronta ad affrontare le novità economiche, commerciali, comunicative ecc. della massima serie. Ma allo stesso tempo può essere un vantaggio perché è l’occasione per assumere nuovo personale competente o costruire un nuovo stadio se il precedente non è adeguato (ci sta provando il Frosinone), in una parola innovarsi.

In un mondo in cui, in generale, è particolarmente difficile smuovere dalla poltrona chi comanda e dunque i cambiamenti non sono favoriti. Dal punto di vista tecnico, così come per i club più grandi, anche per questi club la promozione ottenuta solitamente con un monte ingaggi molto ridotto per la Serie A, garantisce la possibilità di investire pur volendo mantenere gli ingaggi bassi, per capirci sotto al 50% dei ricavi totali. Vediamo ad esempio i numerosi acquisti estivi del Carpi che hanno alzato il monte stipendi senza dover cedere i protagonisti della promozione, l’investimento sui giovani dell’Empoli nella scorsa stagione e il progetto nuovo stadio Casaleno finalmente ripartito a Frosinone, che pure non ha dovuto vendere nessuno ed ha fatto numerosi acquisti a parametro zero.

Certo, per questi club è difficile crescere in Serie A o anche solo stabilircisi come ha fatto il Chievo, come detto in precedenza fare “altalena” tra A e B sarebbe già un successo e il rischio di ritornare stabilmente nelle serie minori è dietro l’angolo, ma almeno a lungo termine occorre pensare in grande e ambire a crescere sempre. L’Udinese, il Chievo, ma anche lo stesso Empoli, hanno dimostrato che lavorando meglio degli altri si può crescere anche competendo con club più grandi e senza spendere di più, occorre però bravura sia tecnica che manageriale ed una visione aziendale lungimirante.

Definiti i nuovi parametri FIGC per le Licenze Nazionali: ecco chi rispetta le regole

Come avevamo anticipato in un post precedente, il Consiglio Federale della FIGC, nella riunione dello scorso 26 marzo, ha introdotto due novità nei criteri di valutazione economico-finanziaria dei club:

  • nuovi requisiti per il rilascio della Licenza Nazionale, necessaria perché un Club possa iscriversi al campionato professionistico di propria competenza;
  • nuovi criteri per la valutazione preliminare dei soggetti che siano interessati all’acquisto di una quota pari o superiore al 10% di un club di calcio.

 

Oggi lo stesso Consiglio Federale ha finalmente definito i parametri per la valutazione e quindi possiamo riprendere l’analisi che avevamo a suo tempo condotto, che nel frattempo può essere completata e aggiornata.

 

Un piano quadriennale, con obblighi progressivi

Il Consiglio ha deciso di definire un percorso su base quadriennale, con un progressivo innalzamento dei requisiti richiesti ai club. L’obiettivo finale, che sarà richiesto a partire dalla stagione 2018/19, è ambizioso, perché prevede il raggiungimento del pareggio di bilancio.

 

Nuovo Sistema Licenze Nazionali -  (1)

 

 

 

Il nuovo sistema di indicatori

Oltre ai requisiti già previsti dalle NOIF, per la cui analisi di dettaglio vi rimandiamo al nostro precedente post, il Consiglio Federale ha determinato l’introduzione di un nuovo parametro di controllo, introducendo un indicatore di liquidità, che esprime il rapporto fra le Attività Correnti e le Passività Correnti, che dovrà “misurare il grado di equilibrio finanziario di breve termine, cioè la capacità dei Club di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro 12 mesi“.

Il mancato rispetto della soglia minima che verrà stabilita comporterà l’obbligo a carico del Club di intervenire per riequilibrare la situazione.

 

Nuovo Sistema Licenze Nazionali - (2)

 

Non sono ancora state fornite indicazioni precise in merito alle modalità di costruzione degli indicatori, ma come avevamo immaginato siamo in presenza di un approccio graduale mediante un progressivo irrigidimento, allo scopo di accompagnare i Club verso l’obiettivo finale (il pareggio di bilancio e l’equilibrio finanziario) .

 

Licenze nazionali - indicatori

 

Sarà interessante capire quali voci del bilancio saranno effettivamente utilizzate per la costruzione di questo indicatore. Se, infatti, dalla definizione sembrerebbe che dovrebbero essere considerati solo crediti e debiti entro i 12 mesi (“a breve“) , d’altro canto l’attuale normativa prevede ad esempio che le partite derivanti dal calciomercato (quindi crediti e debiti per le attività di acquisto e vendita di calciatori) siano sempre incluse nel calcolo, anche se con scadenze superiori ai 12 mesi.

Una volta calcolato l’indicatore, laddove il Club si trovasse in una situazione di violazione dello stesso, dovrà intervenire per “ridurre la carenza finanziaria“, ovverosia mediante versamenti di capitale e/o finanziamenti dei soci per riportare la situazione in equilibrio.

Per mitigare questo obbligo (che deve essere ancora precisato), il Consiglio Federale ha però definito altri due indicatori, definiti come “correttivi”:

  • il rapporto fra indebitamento finanziario e valore della produzione
  • il rapporto fra costo del personale e ricavi ordinari

Nel caso in cui questi valori siano situati all’interno di quelle che saranno le soglie tollerate, potranno ridurre l’intervento richiesto per sanare l’eventuale violazione dell’indicatore di liquidità. Il comunicato del Consiglio Federale dice infatti testualmente:

In caso di mancato rispetto dell’indicatore di liquidità nella misura minima che verrà stabilita, la carenza finanziaria dovrà essere ripianata. A quello di liquidità si aggiungono anche altri due indicatori, quello di indebitamento e quello del costo del lavoro allargato, che comunque rappresentano dei correttivi in positivo, al fine di ridurre nella misura di 1/3 ciascuno l’importo necessario per ripianare l’eventuale carenza finanziaria determinata dall’indicatore di liquidità

 

 

La simulazione sui dati dei Club

Abbiamo provato a simulare i nuovi indicatori sulla base dei dati disponibili. Prima di osservare le tabelle ricordiamo (come già fatto in occasione delle recenti analisi) che ci sono sette squadre di Serie A che chiudono i propri bilanci a dicembre e non a giugno e, quindi, per queste abbiamo dovuto utilizzare i dati al 31 dicembre 2013 (non più attuali). Per tutte le altre, invece, essendo disponibili i bilanci al 30 giugno 2014, l’indicatore è stato calcolato nel modo in cui verosimilmente sarà fatto dalla CoViSoC.

 

L’indice di indebitamento in realtà esiste già nelle attuali NOIF ed è quello che da luogo al Prospetto VP/DF (Valore della Produzione/Debiti Finanziari): serve a capire se il ricorso al debito verso il sistema bancario è coerente con il giro d’affari complessivo del Club.

LIcenze FIGC - indice indebitamento

 

Sulla base dei dati disponibili solo la Sampdoria sembrerebbe il limite previsto per la stagione 2015/16, ma occorre ricordare che i blucerchiati approvano il proprio bilancio al  31 dicembre 2014 ed è ragionevole attendersi delle variazioni in quanto l’operazione di vendita della squadra dai Garrone a Ferrero è avvenuta a seguito di importanti ripianamenti di debiti effettuati da parte del venditore (circa 45 mln di euro di cassa) che dovrebbero quindi aver riportato la società in un ambito di equilibrio finanziario.

 

 

L’indice di liquidità è invece costruito mettendo in relazione le attività correnti (da noi interpretate come attivo circolante entro i 12 mesi) con le passività correnti (debiti scadenti entro i 12 mesi). Anche in questo caso occorrerà attendere le specifiche della FIGC per conoscere la metodologia di costruzione dell’indicatore, mentre possiamo già segnalare che qualche squadra non rispetta la soglia identificata come “virtuosa” (cioè se il livello è inferiore a 0,4) , soprattutto allo scopo di capire quando potrà scattare il beneficio in vaso di violazione dell’indice di indebitamento.

 

Licenze Nazionali - indice liquidità

 

 

Il terzo indicatore introdotto mette in relazione il costo del lavoro (totale, quindi relativo sia al personale tesserato, sia agli altri dipendenti) con i ricavi ordinari. In assenza di una specifica definizione del concetto di “ricavi ordinari” abbiamo interpretato il tutto a similitudine del criterio UEFA, che esclude da questa voce i ricavi derivanti dalla gestione del parco calciatori (prestiti e plusvalenze) nonché eventuali ricavi straordinari non derivanti dall’attività sportiva.

 

Licenze Nazionali - personale su ricavi

In questo caso aumentano le squadre che non rispettano il valore soglia, stabilito per la stagione 2015/16 nel 90%: Cesena, Chievo, Genoa, Palermo, Roma e Sampdoria.

 

Le sanzioni in caso di violazione

Anche in questa nuova tornata, il Consiglio Federale non prevede che la violazione dei requisiti comporti l’impossibilità di ottenere la Licenza Nazionale. Tuttavia, rispetto ai criteri in vigore fino alla scorsa stagione, sono stati introdotti due vincoli che possono essere considerati utili a raggiungere l’obiettivo finale, che non è quello di escludere delle squadre, quanto quello di costringere il sistema a raggiungere un equilibrio sostenibile.

 

Nuovo Sistema Licenze Nazionali -  (3)

 

Oltre all’obbligo di intervento finanziario, di cui si è detto prima e che sarà immediatamente efficace già per la valutazione di giugno 2015, a partire dalla prossima stagione le squadre che non rispetteranno i requisiti verranno sanzionate mediante l’obbligo di condurre le campagne trasferimenti portando un saldo attivo sia dal punto di vista economico (cioè con ricavi da vendita dei calciatori che superino i costi per l’acquisizione degli stessi), sia – e qui sta la grossa novità – dal punto di vista finanziario.

Questo secondo limite è forse il più importante, perché in un mercato che oggi si muove con concessione di dilazioni di pagamento fino a cinque anni, comporta un ulteriore e più stringente condizionamento della libertà di movimento dei Club che non dovessero rispettare le norme: non basterà, infatti, vendere uno o due “pezzi pregiati”, ma occorrerà farlo anche a soggetti disponibili a pagare in un tempo più ridotto , con un conseguente rischio che il prezzo di vendita scenda (diverso è vendere un calciatore a 20 mln concedendo 5 anni per pagarlo dal chiedere la stessa cifra con pagamento immediato o in 2 anni).

Ragionevolmente, quindi, per evitare di essere costretti ad asservire la propria politica di calciomercato a fattori esterni, diventando così “deboli” in fase di trattativa, i Club avranno tutto l’interesse ad agire in forma preventiva per evitare di trovarsi nei guai in un secondo momento.

 

Licenza Nazionale: i dati per il 2015/16 della Serie A sono migliorati?

Qualche settimana fa ci siamo divertiti a simulare l’attività della CoViSoC per cercare di capire quante squadre di Serie A rispettavano i tre parametri di natura economica e finanziaria previsti dalle NOIF per l’iscrizione al campionato.

Come forse ricorderete era emerso che nessuna squadra di Serie A, l’anno scorso, si era presentata ai controlli con numeri in grado di superare tutti e tre i parametri richiesti. Per rinfrescarsi la memoria sui criteri di analisi e sui risultati, potete rileggere il post a questo link, mentre vi riportiamo per comodità la tabella di riepilogo della Serie A. Ci scusiamo con i tifosi dell’Empoli, che non è oggetto dell’analisi, perché non abbiamo ancora recuperato i bilanci della loro squadra; contiamo comunque di provvedere a breve.

 

Licenza Nazionale 2014/15: tutti bocciati

Come si può vedere dalla tabella che abbiamo ricostruito, basata sull’analisi dei bilanci al 30 giugno 2013 (o, per alcune delle squadre, al 31 dicembre 2013), ci sono sette squadre (Cagliari, Fiorentina, Napoli, Palermo, Sassuolo, Udinese e Verona) che riescono a rispettare due dei tre parametri, altre quattro (Juventus, Lazio, Parma e Torino) solo uno, mentre altre otto squadre nessuno.

Analisi Covisoc Licenza 2014_15 - 0 Riepilogo

 

 

Licenza Nazionale 2015/16: qualche miglioramento?

Domani il Consiglio Federale della FIGC si riunirà per approvare (pare) alcune modifiche atte a rendere più efficaci in controlli preventivi, anche per evitare il ripetersi di casi come quello del Parma.

Abbiamo allora voluto approfittare per aggiornare con i dati disponibili l’analisi svolta sulla stagione scorsa, cercando di capire quali dati saranno portati all’attenzione della CoViSoC e se ci sono stati dei miglioramenti.

 

Ricordiamo brevemente i tre parametri utilizzati per le verifiche (una descrizione più dettagliata è disponibile nel post richiamato in precedenza).

Per le squadre che chiudono i propri bilanci al 31 dicembre anziché al 30 giugno (Atalanta, Fiorentina Genoa, Milan, Sampdoria, Sassuolo e Torino) non è stato possibile aggiornare i dati che, quindi, per il momento sono quelli dei bilanci al 31 dicembre 2013. Per tutte le altre squadre, invece, sono ripresi dai bilanci al 30 giugno 2014.

 

  • Prospetto VP/DF (Valore della Produzione/Debiti Finanziari); valore minimo 4.
  • Prospetto P/A (Patrimonio Netto Contabile/Attivo Patrimoniale); valore minimo 0,10.
  • Prospetto R/I (Ricavi/Indebitamento Netto); valore minimo 3.

 

 

Licenza nazionale 2015 16 - analisi preliminare (marzo 2015)

Lo scenario generale non è variato di molto.

La prima novità è che abbiamo finalmente una squadra, il Napoli, che rispetta tutti e tre i parametri.

Contemporaneamente, però, il livello medio delle altre è sceso. Se nella stagione precedente, il parametro VP/DF era rispettato da otto squadre (Lazio, Cagliari, Fiorentina, Verona, Napoli, Palermo, Sassuolo e Torino), questa volta le “virtuose” sono solo sei e due per due di queste (Fiorentina e Torino) stiamo in realtà guardando i vecchi dati.

Anche passando al parametro P/A siamo scesi da nove a sette squadre, mentre l’ultimo – il parametro R/I – non ha avuto particolari variazioni: l’anno scorso solo l’Udinese era a posto, quest’anno è stata sostituita dal Napoli.

 

È ancora troppo presto per trarre delle possibili conclusioni sui numeri che saranno oggetto di analisi. Come abbiamo avuto modo di dire ci sono sette delle 19 squadre analizzate che chiudono i propri bilanci a dicembre e che, quindi, non hanno ancora reso disponibili i dati.

Tra l’altro in mezzo a queste realtà ce ne sono anche alcune che – per motivi diversi – potrebbero aver effettivamente migliorato la propria situazione: Fiorentina e Genoa perché hanno dichiaratamente intrapreso un percorso di ristrutturazione dei costi per cercare di giungere all’autosufficienza, la Sampdoria perché potrà scontare i benefici dell’operazione di vendita – che ha visto la famiglia Garrone abbattere gran parte dei debiti bancari e commerciali prima di cedere e il Torino che potrebbe aver beneficiato dell’avventura in Europa League.

 

 

Quante squadre di Serie A rispettavano i parametri per l’iscrizione al campionato 2014/15? Ecco l’analisi

L’attuale situazione in cui versa il Parma FC non è che l’ultimo di una serie di accadimenti che devono far riflettere sul nostro calcio. Il caso dei Ducali è ovviamente sotto i riflettori, ma quante altre squadre anche di serie minori si sono trovate (e si trovano) in situazioni simili?

Le squadre iscritte al campionato di Serie A 2014/15 hanno ottenuto dalla FIGC la cosiddetta “Licenza Nazionale”. La documentazione di riferimento è disponibile per la visualizzazione in questo post. La normativa contiene prescrizioni di livello organizzativo, tecnico, infrastrutturale ed economico-finanziario.

Ci siamo soffermati sull’analisi di quest’ultimo punto, cercando di ricostruire i numeri a disposizione della CoViSoC la scorsa estate, scoprendo che nessuna delle squadre di Serie A che stanno partecipando all’attuale campionato rispettava tutti i tre parametri di bilancio richiesti.

Come si può vedere dalla tabella che abbiamo ricostruito, basata sull’analisi dei bilanci al 30 giugno 2013 (o, per alcune delle squadre, al 31 dicembre 2013), ci sono sette squadre (Cagliari, Fiorentina, Napoli, Palermo, Sassuolo, Udinese e Verona) che riescono a rispettare due dei tre parametri, altre quattro (Juventus, Lazio, Parma e Torino) solo uno, mentre altre otto squadre nessuno. Manca all’appello l’Empoli (ce ne scusiamo) perché non avevamo a disposizione i bilanci.

 

Analisi Covisoc Licenza 2014_15 - 0 Riepilogo

 

Vediamo però più nel dettaglio che cosa viene richiesto alla squadre, partendo da quegli adempimenti di natura retributiva e fiscale che, invece, sono certamente stati rispettati (diversamente avremmo avuto un automatico deferimento da parte della Procura Federale e l’assegnazione di punti di penalizzazione).

 

 

Adempimenti fiscali e retributivi

Le squadre devono dimostrare di essere in regola con i propri oneri fiscali e retributivi: entro il 30 maggio devono fornire alla Covisoc evidenza di aver effettuato il pagamento del debito IVA relativo all’anno precedente (o di accordi di rateizzazione siglati con l’Agenzia delle Entrate) ed entro il 25 giugno una dichiarazione che attesti l’avvenuto pagamento degli stipendi “fino al mese di aprile compreso, ai tesserati, ai dipendenti ed ai collaboratori addetti al settore sportivo con contratti ratificati dalla competente Lega o l’esistenza di contenziosi allegando la documentazione comprovante la pendenza della lite non temeraria”.

Abbiamo qui una prima anomalia: la tutela della FIGC si limita al personale tesserato e ai dipendenti/collaboratori del settore sportivo, che sono intesi essere quelli definiti nel Titolo 3, che disciplina l’organigramma standard delle squadre. Cosa vuol dire? Molto semplicemente che se le squadre non pagano lo stipendio al Direttore Sportivo sono penalizzate, se invece non pagano il magazziniere o un altro impiegato/collaboratore non accade nulla!

Ma c’è di più: questa anomalia si ripercuote anche sulla parte contributiva, perché negli adempimenti successivi, quando viene richiesto alle squadre di dare evidenza entro il 30 giugno di aver pagato le ritenute IRPEF e i contributi INPS relativi agli emolumenti fino al mese di aprile, si continua a parlare di quelli riferiti “ai tesserati, ai dipendenti ed ai collaboratori addetti al settore sportivo”.  Del nostro magazziniere, alla fine, continua a non importare nulla a nessuno.

 

Richiesta di iscrizione al campionato

Entro il 30 giugno le squadre devono presentare domanda di iscrizione al campionato, contenente la richiesta di concessione della Licenza Nazionale. La documentazione di corredo prevista è la seguente:

  • il Bilancio dell’esercizio precedente (per la stagione 2014/15 si parla del bilancio al 30.06.2013, oppure di quello al 31.12.2013 per le squadre che chiudono l’esercizio in dicembre);
  • la Semestrale al 31.12.2013, approvata dal Consiglio di amministrazione, con allegata relazione della società di revisione incaricata;
  • Il Budget della stagione per la quale si chiede l’iscrizione (economico, patrimoniale, finanziario), approvato dal Consiglio di amministrazione contenente “note esplicative comprensive di presupposti, rischi e confronti tra i budget ed i valori effettivi riscontrati nell’ultimo bilancio” e, laddove necessario, di spiegazioni in merito alle “modalità di copertura degli eventuali fabbisogni di cassa”.

 

Vi sono poi una serie di ulteriori adempimenti documentali relativi alla regolarità fiscale (evidenza dei pagamenti dei tributi e, laddove esistano contenziosi in essere o definiti, aggiornamenti sulla situazione e evidenza del rispetto dell’eventuale piano di rateizzazione concordato), alla composizione azionaria nonché eventuali dichiarazioni specifiche per casi particolari.

La Lega Calcio di Serie A, da parte sua, deve entro il 30 giugno certificare alla Covisoc che per ogni Società tutti i debiti in scadenza e/o scaduti entro il 25 giugno nei confronti della FIGC, delle Leghe, delle società affiliale alla FIGC e del Fondo Fine Carriera (sempre e solo per ““ai tesserati, ai dipendenti ed ai collaboratori addetti al settore sportivo”) sono stati assolti.

Questi controlli sulla regolarità retributiva (emolumenti e contributi) sono poi ripetuti su base trimestrale e qualunque violazione viene assimilata ad un “illecito sportivo” e prevede l’automatico deferimento alla Procura Federale che – a seconda dei casi – prevede punti di penalizzazione e/o multe.

 

In ogni caso, anche considerando le prerogative concesse alla Covisoc dall’art. 85 NOIF (che vedremo successivamente) la quantità e qualità delle informazioni che le squadre sono tenute a fornire entro il 30 giugno di ogni anno, unita ai controlli trimestrali, è tale da consentire il formarsi di un quadro sufficientemente chiaro della situazione economica e finanziaria di ogni Club di Serie A.

 

 

I controlli della Covisoc

Tutti gli adempimenti precedentemente descritti, sono in realtà contenuti all’interno delle NOIF (acronimo di Norme Organizzative Interne Figc), in particolare negli articoli dal 77 al 90. Ma esattamente, quali sono i parametri che vengono utilizzati per “misurare” i bilanci delle squadre di Serie A?

Intanto dalla lettura delle NOIF, in particolare dell’art. 85, apprendiamo che la Covisoc riceve ulteriori informazioni periodiche dalle squadre, che dovrebbero consentire di avere un quadro aggiornato in tempo reale sulla situazione delle stesse:

  • entro sessanta giorni dalla chiusura di ciascun semestre, devono depositare presso la Co.Vi.So.C. il report consuntivo (conto economico e rendiconto finanziario) indicando le cause degli scostamenti rispetto al budget depositato e gli interventi correttivi adottati o da adottare ai fini del rispetto degli obiettivi iniziali del budget”.
  • entro sessanta giorni dalla fine di ciascun trimestre dell’esercizio, devono depositare presso la Co.Vi.So.C. il Prospetto VP/DF con indicazione del rapporto Valore della Produzione/Debiti Finanziari, calcolato sulla base delle risultanze contabili e riferito a ciascuna delle dette scadenze”.

L’articolo è stato oggetto di una revisione da parte del Consiglio Federale nel mese di Luglio 2014. Il testo del nuovo articolo è contenuto nel Comunicato Ufficiale n. 25/A della FIGC.

 

Prima di andare a vedere nel dettaglio i tre parametri di bilancio che sono analizzati dalla CoViSoC, dobbiamo fare alcune precisazioni sulle modalità di calcolo dei dati. Questo anche e soprattutto perché la modalità attraverso la quale la stampa propone queste analisi non è sempre aderente alla normativa della FIGC e porta a delle distorsioni anche importanti.

Bilanci consolidati

Ci sono tre squadre per le quali l’analisi non può essere condotta a livello di bilancio civilistico, ma deve essere basata sul bilancio consolidato: il Milan, la Roma e la Sampdoria. Questo perché controllano (o sono controllate, come nel caso della Sampdoria) società che svolgono attività complementari a quelle della squadra, ad esempio il merchandising, oppure hanno ottenuto in passato dei finanziamenti  poi girati alla squadra che rappresentano un debito che deve essere tenuto in considerazione. Tra l’altro  i Patrimoni Netti Consolidati di queste tre squadre sono negativi, proprio per effetto dell’attività di  consolidamento, mentre invece non lo sono quelli dei bilanci civilistici.

La riclassifica dei leasing

Abbiamo riclassificato i leasing per far emergere il debito finanziario della squadra. In realtà questa operazione ha un impatto effettivo solo sulla Sampdoria, che al 31 dicembre 2013 aveva (in capo alla controllante) un debito residuo per il leasing del marchio di 24,4 milioni di euro, che deve essere considerato a tutti gli effetti un’esposizione finanziaria. Altre squadre, su tutte la Juventus, lo espongono già fra i debiti finanziari e non è stato quindi necessario modificare i dati.

 

 

 

Il Prospetto VP/DF (Valore della Produzione/Debiti Finanziari)

Il Prospetto VP/DF è costruito per mettere in rapporto il Valore della Produzione (che è composto dai ricavi operativi ma anche da altre voci, ad esempio le capitalizzazioni dei costi del vivaio) con i Debiti Finanziari netti: serve quindi a capire, quanti mesi (o anni) di ricavi sono necessari al Club per ripagare completamente i propri debiti verso le banche, i factor e i soci per i finanziamenti ricevuti.

 

Analisi su Covisoc Licenza 2014_15 -  1 VP_DF

Solo per precisione: il dato inerente i debiti finanziari, per convenzione, viene esposto con il segno contrario al reale. Per fare un esempio concreto, quello del Napoli, la cifra di -27,2 vuol dire che il club non solamente non ha debiti finanziari, ma addirittura aveva denaro disponibile per quella cifra.

 

Il rapporto minimo da rispettare non è contenuto nelle NOIF ma viene deciso su base annuale “dal Consiglio Federale su proposta della Co.Vi.So.C.”. Con il Comunicato Ufficiale 165/A del 07.05.2013 il valore minimo da rispettare è stato alzato da 3,5 a 4 unità.

 

Analisi su Covisoc Licenza 2014_15 -  2 VP_DF graph

 

 

Solo otto squadre sono a norma: Lazio, Cagliari, Fiorentina, Verona, Napoli, Palermo, Sassuolo e Torino. Tutte le altre sono ben distanti, come si può vedere anche dal grafico, che non riporta i valori di Torino (il cui indicatore è 144) e del Napoli che addirittura non avendo debiti finanziari ma crediti andrebbe in negativo.

 

 

Il Prospetto P/A (Patrimonio Netto Contabile/Attivo Patrimoniale)

Questo secondo indicatore serve a mettere in evidenza l’apporto effettivo dell’azionista a sostegno del Club, perché costruisce il numeratore sommando il Patrimonio Netto (quindi capitale sociale e riserve) e gli eventuali finanziamenti soci infruttiferi o postergati. Questo valore, che rappresenta ciò che il proprietario ha complessivamente versato (o lasciato, in caso di dividendi non distribuiti) a supporto della squadra, viene messo in relazione con tutto l’attivo della società, che per le squadre di calcio è normalmente rappresentato in gran parte dal parco calciatori e da crediti.

 

Analisi su Covisoc Licenza 2014_15 -  3 P_A

 

 

 

Il rapporto minimo da rispettare non è contenuto nelle NOIF ma viene deciso su base annuale “dal Consiglio Federale su proposta della Co.Vi.So.C.”. Non abbiamo trovato traccia di Comunicati Ufficiali recenti (strano, no?) e quindi considereremo ancora valida la soglia minima di 0,10 usata in passato.

 

Analisi su Covisoc Licenza 2014_15 -  4 P_A Graph

 

 

Sono nove le squadre che rispettano il valore richiesto (Fiorentina, Napoli, Cagliari, Udinese, Sassuolo, Palermo, Verona, Parma e Juventus), mentre anche in questo caso tutte le altre sono ben distanti e quattro di loro (Inter, Sampdoria, Milan e Roma) addirittura presentano un Patrimonio Netto negativo.

 

 

 

Il Prospetto R/I (Ricavi/Indebitamento Netto)

Due volte all’anno, entro sessanta giorni dalla fine del primo e del terzo trimestre (31 marzo ed il 30 settembre) le Società devono depositare il Prospetto R/I che esprime il rapporto fra i Ricavi e l’Indebitamento netto. Questo indicatore serve per capire quanti mesi (o anni) di ricavi sono necessari al Club per pagare tutti i propri debiti netti a breve termine. In questo caso il valore non è demandato al Consiglio Federale, ma è fissato: il rapporto non può essere inferiore a 3.

Attenzione: il concetto di indebitamento netto non si limita all’esposizione verso le banche (quella è il denominatore del rapporto VF/DF), ma invece tiene conto di tutti i debiti entro i 12 mesi,  consentendo però alle squadre di sottrarre da tale valore l’intero credito derivante dal calciomercato, anche se questo ha scadenza pluriennale.

Non avendo a disposizione i bilanci trimestrali abbiamo effettuato le valutazioni su quelli al 30 giugno. In realtà ciò significa che non teniamo conto degli effetti (positivi o negativi) del calciomercato estivo, che come abbiamo visto in molti casi erano proprio tesi a migliorare il nostro denominatore (per il dettaglio degli impatti del calciomercato sulle singole squadre, vi rimandiamo a questo post).

 

Analisi su Covisoc Licenza 2014_15 -  5 - R_I

 

 

Questo indicatore è l’unico che prevede una sanzione di natura “operativa”. Mentre per tutte le altre richieste, si parla di multe, deferimenti ed eventualmente sospensione dei contributi federali, l’art. 90 disciplina espressamente che se non viene rispettato il rapporto R/I:

la Co.Vi.So.C. dispone che la società non possa essere ammessa ad operazioni di acquisizione del diritto alle prestazioni dei calciatori, salvo che le acquisizioni trovino integrale copertura:

  1. in contratti di cessione calciatori con altre società affiliate alla F.I.G.C., precedentemente o contestualmente depositati;
  2. b) mediante incremento di mezzi propri da effettuarsi: 1) con versamenti in conto futuro aumento di capitale;  b.2) nella forma dell’aumento di capitale;  b.3) con finanziamenti postergati ed infruttiferi dei soci.

Il provvedimento è revocato, su istanza della società, quando viene ristabilito il rapporto Ricavi/Indebitamento nella misura minima

 

 

Analisi su Covisoc Licenza 2014_15 -  6 R_I Graph

 

Nonostante questo, solo l’Udinese lo rispetta: tutte le altre si posizionavano a giugno 2014 al di sotto della soglia minima richiesta. Secondo i nostri calcoli la situazione non è cambiata neanche dopo aver calcolato crediti e debiti derivanti dal calciomercato estivo, ma ci sono molte variabili in gioco e, quindi, non siamo in grado di prendere una posizione certa in merito.

 

 

 

 

Il Report Consuntivo sul Capitale Circolante Netto

Entro trenta giorni dalla fine di ogni trimestre i Club devono altresì depositare una relazione sull’andamento del proprio Capitale Circolante Netto. Questo parametro è probabilmente il più importante per sondare la “salute finanziaria” di una società, ma è anche il più complesso da capire.

Chiedendo scusa ai puristi dell’analisi finanziaria, cerchiamo di semplificare il concetto. Durante l’arco dell’anno una società emette delle fatture (i ricavi) e ne riceve (costi), così come è tenuta a pagare gli stipendi e le tasse: tutti questi valori vanno a comporre il Conto Economico. Se alla fine dell’anno i ricavi sono stati sufficienti a pagare tutti i costi, avremo un utile di esercizio, diversamente una perdita.

Esiste però un disallineamento temporale fra il momento in cui io emetto una fattura (o la ricevo) e quello in cui ricevo l’incasso della stessa (o lo pago). E così, normalmente, ogni azienda ha dei costi ricorrenti su base mensile (ad esempio gli stipendi, i contributi, le tasse), dei costi che vengono pagati su base bimestrale o trimestrale (le utenze, gli affitti, ecc.) ed altri che hanno condizioni concordate con i fornitori. Analogamente, se pensate ad una squadra di calcio, ci sono ricavi che sono concentrati in un periodo specifico (ad esempio l’incasso della campagna abbonamenti, che avviene ad inizio estate in maniera anticipata), altri regolari (la biglietteria normale), altri legati alle condizioni pattuite con i clienti (i diritti televisivi, gli incassi per il calciomercato, ecc.). Quindi se anche fatturo 1.000 euro e ho costi per 800 (generando un utile di 200), ciò non vuol dire che automaticamente alla fine dell’anno avrà 200 euro in banca a disposizione. Potrei averne 1.000 (se avessi incassato tutto e non pagato nessuno, come -800 se al contrario avessi pagato tutti e non ancora incassato nulla).

Il concetto del Capitale Circolante Netto aiuta a misurare l’effetto di questo disallineamento sulla cassa a disposizione della società, mettendo in relazione non i dati economici (ricavi e costi), quanto la loro traduzione in movimenti patrimoniali (crediti e debiti) e verificando la variazione da un periodo all’altro.

 

Il Capitale Circolante Netto sarà quindi negativo se nell’arco di un periodo (nel nostro caso l’anno 2013 rispetto all’anno 2012) avrò “assorbito cassa” (cioè mi sono entrati meno soldi di quelli che sono usciti). Sarà viceversa positivo se si è verificato il fenomeno opposto, cioè se al termine del periodo in esame la società ha maggiori disponibilità finanziarie (che vuol dire soldi sul conto o minori debiti finanziari).

 

Analisi Covisoc Licenza 2014_15 - 7 CCN

 

 

 

L’analisi di queste variazioni ci consente di identificare una serie di elementi utili per capire meglio lo stato “finanziario” di un Club.

Se prendiamo il caso del Parma, ad esempio, possiamo notare che il suo CCN è “migliorato” di 9,8 mln di euro e cioè che la Società dovrebbe aver avuto un apparente beneficio. Ma andando a vedere le variazioni effettive del CCN, non può non cadere l’occhio sul fatto che questo differenziale è sorto perché la Società fra il 2012 ed il 2013 ha visto crescere in maniera importate i propri crediti (da 46 a 89 milioni, per un totale di 43 mln) ma contemporaneamente ha visto un incremento dei debiti da 122 a 175 mln (+53 mln). Ha quindi “scaricato” sul debito la propria necessità di cassa.

Oltretutto l’incremento dei crediti è stato dovuto all’operazione di creazione della NewCo Parma FC Brand, quindi è un valore intercompany: questo vuol dire che mentre i debiti erano prevalentemente verso soggetti terzi che prima o poi vanno pagati (quelli verso la controllante erano pari a 38,7 milioni, ma sono cresciuti di soli 12,5 mln fra il 2012 ed il 2013), i crediti sono verso una società del gruppo che, in caso di difficoltà finanziarie complessive, potrebbe non essere in condizione di pagare.

Quando la Covisoc ha acquisito i dati, a giugno 2014, avrebbe dovuto aver nel frattempo ricevuto la semestrale al 31 dicembre 2013 ed il budget per il 2014/15: ebbene da questi dati, ipotizzando di usare il Bilancio del Parma al 31 dicembre 2014 come elemento di analisi, il problema sarebbe dovuto emergere in tutta la sua gravità: i crediti verso clienti erano sostanzialmente stazionari, mentre i debiti verso terzi – fornitori in particolare – erano ulteriormente cresciuti di circa 10 mln di euro.

 

Questo grafico consente di capire meglio come sono intervenute le variazioni.

 

Analisi su Covisoc Licenza 2014_15 - 8 CCN Graph

 

 

 

Le NOIF dispongono che in caso di mancata copertura del Capitale Circolante Netto da parte dei Club, “la Lega Italiana Calcio Professionistico, su comunicazione della Co.Vi.So.C, disporrà che le risorse da erogarsi alla società interessata siano vincolate al pagamento degli emolumenti dovuti ai tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo con contratti ratificati dalla medesima Lega”.

 

 

Conclusioni

L’analisi che abbiamo cercato di fare è basata solo su una parte degli elementi che i Club devono mettere a disposizione della Covisoc. E, tra l’altro, quest’ultima ha la possibilità di richiedere chiarimenti, precisazioni e integrazioni di documenti per avere un quadro completo della situazione. Come sempre, prendetela con tutti i limiti derivanti dal doversi basare solo sui documenti ufficiali disponibili.

Da nessuna parte è scritto che il mancato rispetto degli indicatori porti al diniego della Licenza Nazionale. Quindi il fatto che nessuna squadra di Serie A fosse in una posizione di perfetto rispetto delle richieste non porta alcun tipo di responsabilità formale in capo alla Covisoc e alla FIGC.

 

Ma se non si vuole perdere il senso della misura, sarà il caso non tanto di rispettare le regole, quanto di concordare una serie di sanzioni e/o provvedimenti per far si che quello che è scritto non sia solo un esercizio teorico, ma diventi realtà. Se le norme non hanno senso, cambiamole in favore di nuove e anche più semplici. Ma poi facciamole rispettare e prendiamo provvedimenti se non accade.

Ci sono in questo momento aziende a Parma (ma non solo) che probabilmente sono poco interessate ai risultati sportivi della squadra e alla diatriba sulla conclusione o meno del campionato, perché indipendentemente da quello che accadrà in Tribunale il 19 marzo sanno di aver perso per sempre una parte importante dei loro crediti (e parliamo di 48 mln di euro). E speriamo che questi fornitori siano abbastanza “robusti” da non fallire a loro volta a seguito di questa situazione, perché sarebbero altre persone che si trovano senza lavoro da un giorno all’altro.

E in questi casi non si ha mai traccia della “carità interessata” della Lega e dei “richiami etici” di Sky. Spariscono tutti alla velocità della luce, perché non è più un “loro” problema.

Calciomercato 2014/15: tutte le operazioni e gli impatti sul bilanci delle squadre (finale)

Lunedì 2 febbraio si è ufficialmente chiusa la sessione invernale di calciomercato nella maggior parte dei Paesi Europei. Anche questa volta vi abbiamo presentato, settimanalmente, il lavoro fatto da Marco De Santis sul suo Blog “Calcio e altri elementi” che ha tracciato con pazienza e passione tutte le transazioni delle squadre di Serie A.

Per ognuna è stato messo in evidenza l’impatto dell’operazione di acquisto/vendita sia in termini assoluti (intesi come sommatoria di plus/minusvalenza + ammortamenti + costo del calciatore lungo il periodo di contratto) sia andandone a calcolare in tempo reale l’effetto sul bilancio della squadra per la stagione appena iniziata.

Nel presentare questo ultimo post ci siamo divertiti – come già avevamo fatto a settembre – ad aggiungere qualche tabella e grafico, ma nulla sarebbe stato possibile senza l’attività di Marco cui vanno tutti i meriti per l’idea e per la realizzazione. I dati sono da intendersi alle ore 9 di martedì 3 febbraio e sul suo blog verranno raccolti, laddove necessario, gli ulteriori aggiornamenti successivi.

Il calciomercato della sessione invernale

Il tabellone riepilogativo relativo ai costi e ricavi delle operazioni effettuate dalle squadre è costruito riportando il saldo al termine della sessione estiva e l’impatto delle operazioni svolte in quella invernale.

 

#Calciomercato 2015 - 03 - grafico

 

La prima tabella contiene l’andamento del solo calciomercato, ovverosia il saldo fra le operazioni di cessione e di acquisto effettuate dalle squadre. Essendo stato un mercato con molti prestiti, noterete come il totale sia stato contenuto, al punto che il saldo al termine della sessione è un deficit di 8,4 milioni di euro, che unito a quello della sessione estiva porta la Serie A ad aver di fatto investito meno di 50 mln di euro su questa stagione.

 

#Calciomercato 2015 - 01 - Saldi operazioni

I valori riportati sono quelli registrati ogni settimana e risentono delle eventuali variazioni successive. Il caso più eclatante è quello della Sampdoria per la quale inizialmente gli arrivi di Muriel e Coda dovevano avvenire con un acquisto a titolo definitivo (da cui il saldo di -13 mln per le due settimane in cui l’informazione era stata così proposta), mentre sono stati poi trasformati in prestiti con diritto di riscatto (effetto contrario si riscontra ovviamente sull’Udinese).

La seconda tabella che vi proponiamo, invece, traccia l’impatto delle singole operazioni sui bilanci delle squadre. Con qualche eccezione, ma era un fenomeno già riscontrato quest’estate, noterete che la maggior parte delle squadre ha continuato la “caccia” ai risparmi di bilancio, andando cioè a privilegiare operazioni che consentissero una riduzione di costi per ammortamenti e cartellini.

#Calciomercato 2015 - 02 - impatto su bilancio

Il club che ha saputo ottenere il massimo beneficio sul bilancio è l’Udinese, soprattutto grazie alle operazioni chiuse la scorsa estate. Ma sono molte le squadre che hanno puntato alla riduzione dei costi di bilancio.

Nella sessione invernale la “regina” è stata la Fiorentina, con la vendita di Cuadrado che ha portato, da sola, un beneficio netto di 23,5 milioni, fra plusvalenza e risparmio sull’ingaggio.

#Calciomercato 2015 - 04 - grafico

A questo link potete trovare le tabelle di dettaglio per ciascuna delle squadre di Serie A, nonché i commenti di Marco sulle principali operazioni.

 

L’evoluzione del calciomercato per squadra

Vi proponiamo, per ciascuna delle 20 squadre, l’andamento settimanale del calciomercato nonché il calcolo dell’effetto delle operazioni complessivamente realizzate nella stagione 2014/15, sommando cioè i saldi al termine della sessione estiva con quanto fatto nel mercato “di riparazione”.

 
 
 

#Calciomercato 2015 - tab -  (1)

#Calciomercato 2015 - graph -  (1)

 
 
 

#Calciomercato 2015 - tab -  (2)

#Calciomercato 2015 - graph -  (2)

 
 
 

#Calciomercato 2015 - tab -  (3)

#Calciomercato 2015 - graph -  (3)

 
 
 

#Calciomercato 2015 - tab -  (4)#Calciomercato 2015 - graph -  (4)

 
 
 

#Calciomercato 2015 - tab -  (5)

#Calciomercato 2015 - graph -  (5)

 
 
 

#Calciomercato 2015 - tab -  (6)

#Calciomercato 2015 - graph -  (6)

 
 
 

#Calciomercato 2015 - tab -  (7)

#Calciomercato 2015 - graph -  (7)

 
 
 

#Calciomercato 2015 - tab -  (8)

#Calciomercato 2015 - graph -  (8)

 
 
 

#Calciomercato 2015 - tab -  (9)

#Calciomercato 2015 - graph -  (9)

 
 
 

#Calciomercato 2015 - tab -  (10)

#Calciomercato 2015 - graph -  (10)

AC Cesena, Bilancio 2013/14: Piano Industriale e rateizzazione fiscale guidano le scelte della società

Il bilancio della società Associazione Calcio Cesena S.p.A., chiuso al 30 giugno 2014, ha evidenziato una perdita netta di Euro 4.951.194, mentre nell’esercizio precedente la perdita era stata pari a Euro 2.800.161 e nel 2011/12 si era registrato un utile di 2,1 milioni di Euro.

La perdita ha comportato l’esposizione di un patrimonio netto di Euro 4.552.435, mentre nell’esercizio precedente era negativo per € 78.461. Tale situazione integra la fattispecie di cui all’art. 2446 del Codice Civile, ossia la riduzione del capitale di oltre un terzo in conseguenza di perdite. Gli Amministratori hanno subordinato l’adozione dei provvedimenti consequenziali, al mancato raggiungimento degli obiettivi del Piano Economico Finanziario, che funge da “stella polare” nella gestione del Cesena.

 

Oltre all’evidenza dell’importanza del Piano, appare molto chiara la dipendenza della gestione economica dal Player Trading. Non a caso, nella Relazione sulla Gestione, gli Amministratori hanno tessuto gli elogi per il direttore Sportivo Rino Foschi, che ha allestito una squadra in grado di raggiungere la promozione in Serie A e di realizzare anche ottimi risultati economici derivanti dalla compravendita calciatori.

 

La Compagine Sociale.

Al 30 giugno 2014, A.C. Cesena S.p.A. risultava avere un capitale sociale di Euro 9.500.000, parzialmente versato.

La società Cesena & Co. Società Cooperativa è titolare di 9.499.000 azioni, del valore nominale di 1 Euro, pari al 99,98% del Capitale Sociale; mentre, SECON Servizi Contabili SRL è titolare di n. 1.000 azioni, pari allo 0,02% del Capitale Sociale.

Per l’esercizio 2013/14 il rapporto con la controllante Cesena & Co. evidenzia crediti per € 1,2 milioni; debiti per € 7,66 milioni e ricavi per € 1.018.000.

 

Il Piano Industriale 2014-2018.

Il Piano Industriale 2014-2018 è basato sulla partecipazione almeno al campionato di Serie B, per tutta la durata dello stesso.

Sul fronte ricavi è previsto quanto segue:

  • ricavi da gare: per la Serie B mantenimento dei livelli 2013/14; il doppio in caso di Serie A;
  • ricavi da sponsorizzazione: per la Serie B mantenimento dei livelli 2013/14; il doppio in caso di Serie A;
  • incremento dei ricavi da eventi straordinari;
  • Player Trading positivo.

 

Per quanto riguarda i costi è previsto quanto segue:

  • mantenimento dei costi del personale 2013/14 anche per il campionato di Serie A 2014/15 e con riduzione alla metà in caso di retrocessione;
  • ottimizzazione dei costi da gare;
  • ulteriore riduzione dei costi di gestione.

 

Dal punto di vista finanziario è previsto:

  • la prosecuzione del ricorso a eventuali transazioni per i rapporti con i fornitori e gli altri debitori;
  • la verifica di accordi di dilazione con l’Erario;
  • la stipula di accordi quadro con interlocutori finanziari per le operazioni di anticipo/factoring;
  • il completamento del versamento dell’aumento del capitale sociale, in base alle esigenze di cassa;
  • eventuali operazioni di patrimonializzazione anche con il coinvolgimento di terzi.

 

Gli Amministratori hanno la ragionevole aspettativa, tenuto anche conto del fatto che alcune azioni sono state già attuate, che la situazione patrimoniale, finanziaria ed  economica prosegua verso la normalizzazione.

 

La Continuità Aziendale (going concern).

Nei criteri di valutazione esposti nella Nota Integrativa è scritto: “sussiste una incertezza, considerato che la Società si trova al 30 giugno 2014 nella fattispecie prevista dall’art. 2446 C.C., che può far sorgere dubbi sulla capacità della Società di continuare ad operare sul presupposto della continuità aziendale”. Tuttavia gli amministratori hanno la ragionevole aspettativa che la Società abbia adeguate risorse per continuare la normale operatività nei prossimi 12 mesi, considerando che in data 22 luglio 2013, l’Assemblea Straordinaria degli Azionisti ha approvato la proposta di aumento di capitale sociale fino ad Euro 9,5 milioni e che per l’esercizio 2014/2015 è previsto un risultato di sostanziale pareggio sulla base dei risultati delle azioni previste dal Piano Industriale. Inoltre, sempre secondo gli Amministratori, la Società è in grado, per i prossimi mesi, di far fronte al pagamento degli stipendi, dei fornitori e delle scadenze fiscali e previdenziali.

 

Nella Relazione sulla Gestione, redatta dagli Amministratori, è specificato che il Consiglio di Amministrazione, alla presenza del Collegio Sindacale, ha approvato il bilancio in data 30 settembre 2014. Tuttavia, la Società di Revisione, essendo al primo anno di incarico ha richiesto un’integrazione della documentazione chiedendo maggior tempo per la redazione delle proprie relazioni. Pertanto, l’Assemblea degli Azionisti del 28 ottobre ha rinviato l’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio 2013-2014.

 

Poiché il Consiglio di Amministrazione ha approvato anche il nuovo piano economico finanziario per le prossime stagioni considerando sia l’ipotesi del mantenimento della categoria che quella della retrocessione, il 17 dicembre 2014, lo stesso Consiglio di Amministrazione è stato convocato per l’approvazione della versione definitiva del bilancio.

Il contenimento dei costi, la rateizzazione del debito fiscale di 20 milioni in 120 rate e gli apporti della controllante hanno consentito agli Amministratori di poter garantire la continuità aziendale.

 

Che il Piano industriale funga da “stella polare” nella gestione del Cesena, trova conferma nel fatto che, al 30 giugno 2014, il Cesena si trovava nella situazione prevista dall’art. 2446 del Codice Civile, ossia la riduzione del capitale di oltre un terzo in conseguenza di perdite, e che gli Amministratori hanno subordinato l’adozione dei provvedimenti consequenziali al mancato raggiungimento degli obiettivi del Piano Economico Finanziario.

 

Tuttavia, quello che conta è che il socio di maggioranza ha garantito agli Amministratori il suo impegno continuativo, sia di natura societaria che di natura patrimoniale e finanziaria, a sostenere patrimonialmente e finanziariamente la Società almeno fino al 31 dicembre 2015.

 

In effetti, gli Amministratori hanno anche evidenziato che nonostante le previsioni per il 2014/15 di un sostanziale pareggio, è molto probabile che durante l’esercizio si verifichino “tensioni di liquidità”, che rendano necessario il supporto della Proprietà.

 

Il Valore della Rosa

Cesena 2014 - 01 - Valore Rosa

 

Il valore contabile netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori aumenta da € 22,9 milioni a € 31,8 milioni. La variazione è dovuta ad investimenti per € 17,3 milioni, cessioni con un valore contabile residuo di circa € 2 milioni, svalutazioni per € 133 mila e ammortamenti per € 6,3 milioni.

 

Le Immobilizzazioni finanziarie per crediti da compartecipazioni ex art. 102 bis N.O.I.F, al 30 giugno 2013, ammontano a € 6.150.000 (€ 9.720.000  nel 2012/13). Tali compartecipazioni si riferiscono ai seguenti calciatori: Rossini (Parma) per € 1.600.000; Fabbri T. (Parma) per € 1.000.000; Dokovic (Bologna) per € 1.400.000; Ferri (Brescia) per € 1.200.000,00; Canini (Brescia) per € 600 mila; De Cenco (Pavia) per € 350 mila.

 

I debiti per Compartecipazioni ex art. 102 bis N.O.I.F., al 30 giugno 2014, ammontano a € 5.900.000 (€ 7.500.000 nel 2012/13) e si riferiscono principalmente ai seguenti calciatori:

Ingegneri (Bologna) per € 1.250.000; Ephraim (Brescia) per € 1.200.000; Defrel (Parma) per € 1.200.000 e Garritano (Inter) per € 700.000.

 

Le Altre Attività.

Al 30 giugno 2014, figurano in bilancio i crediti verso soci per versamenti ancora dovuti per circa 6 milioni di Euro, in riferimento all’aumento di capitale sottoscritto.

 

Le Immobilizzazioni immateriali al 30 giugno 2014 ammontano ad € 51.147.710 (€ 44.531.418 nel 2012/13) e comprendono le “Concessioni e licenze d’uso” pari a € 12.604.133 (€ 14.523.813 nel 2012/13). Tale voce, nel 2012/13, evidenziava un notevole incremento, rispetto al 2011/2012, dovuto alla allocazione del Marchio Sociale per Euro 13.477.404 a seguito dell’operazione di fusione per incorporazione (inversa) della controllante Cesena 1940. In tale voce figurano anche i diritti di Archivio Rai iscritti (a partire dal 2011/12) al costo storico pari a € 2.800.000.

Le “Altre Immobilizzazioni immateriali” pari a € 4.626.977 (€ 4.778.104 nel 2012/13) comprendono i costi pluriennali su beni di terzi per i lavori di riqualificazione e ammodernamento dello stadio “Dino Manuzzi” e per  l’acquisto del manto sintetico dello stadio “Dino Manuzzi” e del centro sportivo “Villa Silvia. I campi sportivi e lo stadio risultano essere in concessione dal Comune di Cesena per la durata di 15 anni.

Le Immobilizzazioni materiali al 30 giugno 2014 ammontano ad € 2.646.636 (€ 2.826.096 nel 2012/13). Il 26 settembre 2012 è stato perfezionato l’acquisto dell’immobile di Corso Sozzi a Cesena adibito a Sede sociale per l’importo di € 2.198.586.

 

Il Patrimonio Netto.

Il Patrimonio Netto è positivo per € 4.552.435, mentre nel 2012/13 era negativo per € 78.461.

La variazione positiva è dovuta alla perdita dell’esercizio pari a € 4.951.194 e all’aumento dovuto all’effetto positivo generato dall’aumento del capitale sociale di € 9.500.000.

Nell’esercizio precedente si ricadeva nell’ipotesi prevista dall’articolo 2447 del Codice Civile, e in data 22 luglio 2013, è stato deliberato l’aumento di capitale sociale fino ad Euro 9,5 milioni, di cui versato, al 13/03/2014,  circa Euro 3,5 milioni.

Al 30 giugno 2014, ovviamente, l’equity ratio è positivo per il 3,8%. Questo significa che la società è sottocapitalizzata perché su 100 Euro investiti, solo 3,8 provengono dal capitale di rischio.

Il capitale circolante netto è negativo, perché il valore delle attività a breve termine non riesce a fronteggiare il valore delle passività a breve termine.

 

La Posizione Finanziaria Netta

L’indebitamento finanziario netto del Cesena ammonta a circa 19 milioni di Euro ed è in diminuzione rispetto al 2012/13. Il margine operativo lordo è positivo per circa € 11,4 milioni ed il rapporto tra Net Debt e MOL è pari a 1,7. Ciò significa che la gestione operativa riesce a generare flussi di casa in grado di pagare il debito finanziario in circa 1,7 anni. Tuttavia se si considerasse il Debito Lordo, tale rapporto salirebbe a 10,1.

Poiché l’indebitamento finanziario netto è superiore al fatturato netto appare evidente la necessità di ricorrere al Player Trading.

 

Cesena 2014 - 02 - PFN

 

I Debiti verso banche risultano pari ad Euro 11,6 milioni (€ 14,7 milioni nel 2012/13) e risultano in diminuzione del 20,7% rispetto al 2012/13.

L’importo del debito bancario maggiore riguarda l’Istituto per il Credito Sportivo con i seguenti importi e scadenze: € 1.940.935 con scadenza il 31/07/2031; € 2.881.902 con scadenza il 30/09/2013. Con “Carisp Cesena 1” figurano debiti per € 206.751 di conto corrente; € 200.000 di Fido ed € 1.820.000 per mutui con scadenze  entro il 28.02.2025. Con “Carisp Cesena 2” figurano debiti per € 179.053 di conto corrente ed € 200.000 di Fido.

Con “Credito di Romagna” figurano debiti per € 1.413.552 di conto corrente; € 1.420.000 di Fido; € 357.176 di anticipi;  € 268.631 per mutui con scadenze  entro il 01.11.2022 ed € 800.570 per mutui con scadenze  entro il 28.02.2025.

I Debiti verso soci per finanziamenti ammontano a Euro 5.955.407 (€ 7,7 milioni nel 2012/13).

Gli altri debiti finanziari pari a € 2.197.000 riguardano il factoring per € 1.637.000 e altri finanziatori per Euro 560.000.

Il saldo tra crediti e debiti verso gli Enti del settore specifico anche per la compravendita calciatori è positivo per circa 3,2 milioni di Euro.

I Debiti verso società di calcio nazionali ammontano a € 31.900.000 (€ 40.281.000 nel 2012/13). Il Parma è la società maggiormente esposta con € 10.026.000 (€ 16.625.000 nel 2012/13), seguita da Brescia con € 6.375.000 e Bologna con € 5.050.000.

I crediti verso società di calcio nazionali risultano pari ad € 37.764.000 (€ 47.958.000 nel 2012/13). Il credito relativo alle transazioni estere pari a Euro 50 migliaia si riferisce alle società Sunderland e Feyenoord.

Le fatture da emettere per premi di valorizzazione ammontano a € 3 milioni.

Il Fair Play Finanziario auspica che l’indebitamento di natura finanziaria al netto delle disponibilità liquide, aumentato del saldo tra debiti e crediti da calciomercato non sia superiore al Fatturato Netto.

 

I Debiti con dipendenti, fisco ed Enti Previdenziali.

I debiti verso il Personale ammontano a € 4.486.000 (€ 3.016.000 nel 2012/13) aumentano di Euro 1.470.000, e sono pari a circa il 45,7% del costo del Personale stesso. Una percentuale che sembra piuttosto elevata, forse perché comprensiva dei premi per la Serie A.

I Debiti tributari risultano pari a € 21.788.563 al 30/06/2014, in aumento rispetto al dato del 2012/13 che era pari a € 15.485.374 . Tali debiti “finanziano” il 18,3% dell’attivo e costituiscono il 21,9% della voce debiti. Tra i debiti tributari figurano molti importi rateizzati, come: “Debiti verso Equitalia N.8 cartelle” per € 10.183.794 e con rateizzazione al 23/05/2024;  Erario IVA – IRAP anno 2012 per € 4.781.054 e con rateizzazione al 23/05/2024; Erario IVA – anno 2013 per € 3.207.551, con rateizzazione al 23/05/2024; “Debiti verso Equitalia ex Cesena 1940” per€ 1.038.983 e con rateizzazione al 23/05/2024; Debito IVA I° Semestre 2014 per € 1.584.825da pagare entro il 16/03/2015.

Anche tra i Debiti verso Enti Previdenziali, che risultano pari a Euro 695 migliaia, figurano alcuni importi rateizzati.

Il fondo imposte differite è pari a € 10.915.273 (€ 8.847.485 nel 2012/13). Nello specifico, durante il 2013/14, sono state accantonate Imposte differite passive su plusvalenze rateizzate per Euro 3.786.000 e sono state stornate imposte differite passive su ammortamenti e plusvalenze marchio per € 1.866.000. Pertanto, le Imposte differite passive su plusvalenze rateizzate ammontano a circa €  8,7 milioni e le imposte differite passive su ammortamenti e plusvalenza marchio ammontano a circa € 2,2 milioni.

Il Fondo rischi pari a € 1,9 milioni, risulta invariato.

Nel mese di febbraio 2014 presso la società vi è stato un accesso da parte dell’Autorità Giudiziaria, conclusosi nel mese di marzo 2014., per esaminare talune operazioni effettuate nel corso della precedente gestione.

 

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE

Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,04, ciò vuol dire che la Società possiede dei beni il cui valore, come espresso in bilancio, è sufficiente a pagare i debiti.

 

L’INDICE DI INDEBITAMENTO

Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 0,04.

Infatti, l’equity ratio è molto basso ed è pari a 3,8%. Il ricorso al capitale di terzi appare eccessivo.

 

 

La Gestione Economica.

Durante l’esercizio 2013/2014, il valore della produzione è diminuito del 16,8%, precisamente da € 36,2 milioni a € 30,1 milioni. La causa della diminuzione dei ricavi è da ricercare soprattutto nel decremento dei ricavi per il cosiddetto “paracadute” per le squadre retrocesse in Serie B e nel calo dei ricavi commerciali.

I costi della produzione si sono ridotti in misura maggiore, ossia del 18,2%, passando da € 34,9 milioni a € 28,5 milioni.

 

Cesena 2014 - 03 - CE

 

I Ricavi.

Durante il 2013/2014 il fatturato netto è diminuito del 26,3%, passando da € 15,7 milioni a € 11,6 milioni.

I diritti audiovisivi sono aumentati da € 368 mila a € 368 mila.

I ricavi da gare sono aumentati da € 912 mila a € 1,5 milioni. II numero degli abbonati si è ridotto, a circa 7.418 unità, mentre nel 2011/12 era pari a 11.917 unità. Da notare anche, che i prezzi sono stati ridotti.

I ricavi commerciali da sponsorizzazioni e pubblicità sono diminuiti a Euro 1,35 milioni da Euro 3,2 milioni. L’importo riconosciuto per le sponsorizzazioni è stato di € 358.473 (di cui € 339.773 riguardanti lo sponsor tecnico Errea), quello relativo ai ricavi pubblicitari è stato pari a € 996.596.

Per il 2014/15 ci sarà la novità del “naming rights” dello stadio. Il 27 settembre 2014, il presidente del Cesena Giorgio Lugaresi, ha stipulato un contratto di sponsorizzazione con la Orogel mutando il nome dell’impianto sportivo in Orogel Stadium – Dino Manuzzi. Secondo un articolo de La Gazzetta dello Sport  trattasi di un accordo decennale che ha già portato nelle casse del club la cifra di 1.200.000 Euro.

Gli altri ricavi beneficiano del “paracadute” solo per 2,5 milioni di Euro per la retrocessione in serie B.

 

Il Player Trading.

Dai dati degli ultimi 4 bilanci approvati, risulta che il Cesena è riuscito a coprire l’ammortamento dei calciatori con l’attività di Player trading. Quindi, per il Cesena l’attività di Player Trading risulta fondamentale.

Cesena 2014 - 04 - Player Trading

 

Le Plusvalenze da cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, realizzate nel corso dell’esercizio, sono state pari a € 17,2 milioni (€ 12.342.476 nel 2012/13). Le minusvalenze ammontano a € 1.771.834 .

La gestione delle compartecipazione presenta un saldo economico negativo.

Tra i proventi da compartecipazione pari a € 2.249.500, spiccano Adorni (Parma) per € 995.500 e Capitano Filippo per € 450.000.

Gli oneri da compartecipazione risultano pari a € 3.443.000. I maggiori importi hanno riguardato Djuric (Parma) per € 1.099.500, Paolini (Parma) per € 999.500; Benalouane (Parma) per € 250.000; Pellizzari (Juventus) per € 250.000.

 

L’ammortamento della rosa calciatori è diminuito da € 7 milioni a € 6,3 milioni.

 

I Costi.

I costi per servizi sono diminuiti di Euro 1,4 milioni, assestandosi a € 3,9 milioni (€ 5,3 milioni nel 2012/13). Tali costi comprendo costi specifici tecnici per € 342.811 dovuti a consulenze tecnico sportive per acquisizione calciatori.

Il costo del personale pari a € 12,3 milioni (€ 11,8 milioni nel 2012/13), risulta in aumento di Euro 526.513, e incide per il 106% sul Fatturato Netto, perché il Cesena punta molto sul Player Trading.  Infatti, l’incidenza sul valore della produzione è del 43%.

L’incremento del costo dei tesserati di circa il 5% è dovuto al premio promozione e ai premi per obiettivi raggiunti.

Gli ammortamenti per concessioni, marchi, licenze d’uso, comprensivi del marchio  “AC Cesena”, ammontano a € 1.920.780 (€ 1.246.691 nel 2012/13).

Complessivamente gli ammortamenti e svalutazioni ammontano a Euro 9,8 milioni (10,2 milioni nel 2012/13), registrando un decremento di € 403.347.

Non sono stati effettuati accantonamenti per rischi (€ 1.600.000 nel 2012/13).

 

Escludendo le compartecipazioni, la gestione finanziaria risulta negativa per € 1,9 milioni. Da evidenziare l’esistenza di oneri da contenzioso per € 904.912 e interessi passivi verso altri finanziatori per € 405.981. Gli interessi passivi bancari sono pari a € 494.672  e gli interessi passivi e oneri da Factoring sono pari a € 183.558.

 

Il Risultato dell’esercizio.

Il Risultato ante imposte è stato negativo per € 5,5 milioni (-€ 2,85 milioni nel 2012/13) e le imposte sul reddito sono state pari a € 573 mila circa.

 

Conclusioni.

Gli Amministratori prevedono di chiudere l’esercizio 2014/15 con un risultato di pareggio, considerando anche risultati economici positivi derivanti dalla compravendita di calciatori. Inoltre, sempre secondo gli Amministratori, il mantenimento della categoria permetterebbe al Cesena di raggiungere in tempi brevi il completo risanamento economico.

 

Il post è originariamente apparso sul Blog “Appunti di Luca Marotta“.